Prima ho visto un video in cui Guccini rispondeva a un’osservazione di Jovanotti secondo cui Gloria di Tozzi è altrettanto bella e può essere messa sullo stesso piano della sua Locomotiva. Guccini diceva che Gloria è bella e piace anche a lui, ma non sono sullo stesso piano perché dietro alcune canzoni di Guccini ci sono dei libri, c’è un livello culturale che dietro Gloria non c’è. Come dire che Gloria è bidimensionale e la Locomotiva è tridimensionale, viste di fronte sono belle uguali, ma se appena ti sposti di lato vedi la differenza che c’è fra le due. E i libri che leggi ti danno la misura dei passi che prenderai per spostarti di lato e capire questa differenza. Ecco, volevo dirlo, questo, ai tanti autori che mi scrivono ammettendo che loro non hanno mai letto i libri degli altri, o magari hanno letto un solo autore e se gliene consiglio altri storcono il naso o si chiudono a riccio come se gli stessi assegnando i compiti per le vacanze. Non è detto che se non leggi tu possa scrivere delle cose brutte, anzi, conosco moltissimi autori che pur non leggendo scrivono bellissime cose, ma è molto probabile che se non leggi nient’altro, ciò che scrivi mancherà di spessore, resterà una bella facciata che dà un’ombra sottile, ed è una cosa di cui ti accorgi, più che sulla singola poesia, sulla raccolta che ne fai, su come metti in connessione i testi, su tutto ciò che magari c’è ma non riesci a mostrare. Io almeno, se mi sposto di lato, mi accorgo sempre quando a una bella poesia manca dietro il volume e ogni volta me ne dispiace.
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