Autore mi scrive per bisogno, mi dice di avere il blocco dello scrittore e di essersi convinto che solo la pubblicazione di una raccolta potrebbe aiutarlo a liberarsi di questo peso. Ragion per cui – non scrivendo qualcosa di buono da anni – ha pensato bene di rastrellare tutto ciò che teneva nascosto in fondo ai cassetti e ora mi chiede di pubblicarlo in chiave terapeutica. La maggior parte sono scarti, ammette, ma non è questo il punto, l’importante è rompere questo muro del silenzio che lo affligge. Mi chiede anche, nel caso che lo voglia rifiutare, di particolareggiare i motivi della mia risposta, perché se prova a mettersi nei miei panni non gli pare possibile che un editore di buon cuore volti le spalle a chi chiede umilmente aiuto. E se invece si sbaglia, vuole capire perché.
Nessun commento:
Posta un commento