Visualizzazione post con etichetta todo modo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta todo modo. Mostra tutti i post

martedì 7 aprile 2020

la parola e la bestia


Qui è dove Giovanni Turi mi ha chiesto di scrivere per Vita da editor alcune mie considerazioni in merito a questo periodo e come poterlo raccontare, e io mi sono ricordato che da qualche parte, in un'altra vita, ero laureato in sociologia dell'arte. Dovrei ringraziarlo io solo per questo. Invece mi ha ringraziato lui. Siccome è un pezzo molto lungo spero che qualcuno lo leggerà, così Giovanni non si pente. E proprio perché è lungo è stato diviso in due parti, qui c'è la prima parte (che va da Bob Dylan a Carlo Bordini) e giovedì esce la seconda parte (che da Bordini arriva a Papa Francesco e spiega anche il titolo)... In mezzo ovviamente ci sta dell'altro.

Qui invece la seconda parte.

domenica 3 dicembre 2017

film

Tu pensa come sto indietro che mi hanno chiesto qual è stato il film più significativo del mio 2017 e ho risposto Todo Modo di Elio Petri. Ancora mi stanno sfottendo.

sabato 29 luglio 2017

farsi male


Ieri notte, dopo un bel documentario su Nina Simone (What Happened, Miss Simone?) e Miles Ahead di Don Cheadle, che avevo già visto e continua a piacermi anche se non è un insulso biopic su Miles come molti lo avrebbero voluto, non contento mi sono visto anche Todo Modo di Elio Petri, un film talmente bello e maledetto che mi chiedo come mai non sono riusciti a farlo diventare una moda come certe cose belle e non per tutti, ma maledette, di quelle che fanno controtendenza e allora bisogna che ti piacciano (Pasolini non per niente docet, visto che il film è uscito nello stesso anno di Salò e come quello parla dell'orrore nascosto dietro il potere). Ecco, stamattina dovevo/volevo lavorare, ma ho visto troppo, mi sono fatto male e mi sento la testa come un flipper e un nodo alla gola che sembra un nodo scorsoio. LA POESIA FA MALE scriveva Balestrini, così ogni tanto è meglio tornare coi piedi per terra. Penso che ora me andrò in posta, mi metto in fila col mio pacchettino, parlo male con le persone delle file in posta, del servizio agli sportelli, delle bollette da pagare, dei figli senza lavoro e della mia cervicale, e mi schiarisco un po' le idee nelle comuni lamentazioni che danno sale ai giorni.