lunedì 10 aprile 2023

ozio

Stanotte ho sognato di pubblicare un libro con un altro editore che a un certo punto rompeva il tabù del silenzio per rendicontarmi le copie vendute: 24 in tutto. Meno dei lettori di Manzoni. L’editore allora cominciava a sfottermi, a incalzarmi, a offendere. Merdaccia! Sei una merdaccia! Ti credevo uno bravo, uno che poteva stare sul mercato, ma non vali niente, nemmeno i soldi per fare la spesa ho recuperato con te, mi hai lasciato soltanto la sola. E via così mentre mi facevo sempre più piccolo e insignificante di fronte a lui. Poi stamattina ho aperto FB e mi sono accorto che per un post scritto ieri ho preso 50 like, che sono il doppio dei libri che ho venduto nel mio sogno, e probabilmente nella mia vita. C’è gente che mi dice che viene apposta sui social per leggermi. Ce n’è altra che viene apposta e mai comprerebbe un mio libro, e non per me ma per una sorta di diffidenza verso il libro, che davanti ai social invece scompare (con tutto che i social sono assai più pericolosi di qualsiasi libro). Certi giorni mi sento come i vecchi giornalisti che scrivevano elzeviri da 1500 battute in terza pagina: ogni giorno ne pubblico uno e ogni giorno ho più lettori che non se proponessi un libro, anche perché non sono uno scrittore da best seller. Certo, quei giornalisti erano pagati per farlo, ma molto male visto che i più fortunati ripiegavano sul cinema. Mentre adesso non mi paga nessuno, né se scrivo sui social, né se vendo un libro. E mi chiedo se mi si nota di più come scrittore per tutti i miei libri che non vendono o per tutti i miei post che invece vengono letti gratuitamente ma mi tolgono l’aura. E del resto l’attività dello scrittore, come dicevano gli antichi, è relativa all’ozio, a tutto ciò che non è lavoro, con o senza piacere.

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