domenica 6 ottobre 2024

l'ultimo desiderio

Guardavo poco fa il video di una intervista a Sergio Negri dove racconta l'ultimo incontro avvenuto fra Cesare Zavattini e Antonio Ligabue. Zavattini non è stato l'unico a interessarsi delle vicende dell'artista, ma è stato quello che più di tutti è riuscito a trasformare Ligabue da mezzo artista matto di provincia a fenomeno italiano, artista riconosciuto e conosciuto dall'Italia intera, per cui la parola "matto" diventa qualificativa e non dispregiativa, e ci riuscì Zavattini scrivendo su di lui un libro in versi che poi venne adattato a sceneggiato televisivo per la Rai con Flavio Bucci protagonista. Quando la poesia non era ancora estranea alla televisione e potevano ancora succedere di questi miracoli. Nell'ultimo loro incontro, racconta Negri, Zavattini commosso chiese a Ligabue, agonizzante in ospedale, cosa avrebbe potuto fare per lui, che cosa desiderasse, e Ligabue gli rispose così: "un piatto di pastasciutta", ciò che gli era mancato per quasi tutta la sua vita. L'ultimo desiderio di Ligabue. Ascontando questo aneddoto ho pensato che delle volte basta così poco per essere felici, un piatto caldo, qualcuno che te lo cucina con amore, ma soprattutto qualcuno che ti chiede: "hai mangiato?", che come scriveva Tonino Guerra nel suo ultimo libro è la domanda delle domande, la prima che gli aveva fatto suo padre quando l'aveva visto ritornare a casa dai campi di concentramento in Germania.

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