Uno dei classici sottaciuti di questo mestiere riguarda il rapporto con quegli autori con cui hai cominciato a dialogare perché li trovi interessanti, a cui proponi di inviare una tua raccolta, e quelli cominciano a tergiversare per non darti l’indirizzo di casa, perché la tua raccolta non la vogliono leggere: o perché non gliene frega nulla di sapere come scrivi, o perché temono di dirti che non gli piace e giocarsi così il rapporto editoriale. Non fanno tutti così, ovviamente, ci sono pure quelli che ti rispondono “volentieri!” pur sapendo che forse non la leggeranno (io ogni tanto ho questa colpa). Come dicevo, però, è un mal comune a cui siamo tutti più o meno abituati. Di recente c’è stata un’autrice, la quale mi ha tartassato per mesi per farsi pubblicare da me e di cui avevo letto due libri suoi comprati a mie spese (a mio avviso belli), e così nello scambio di chat le avevo proposto di regalarle un mio libro: lei all’epoca mi rimbrottò che i libri non si regalano, si comprano, infatti non ha mai comprato il mio perché non le interessava leggerlo. Di recente l’autrice è tornata all’attacco: Cristo, che cosa devo fare per farmi pubblicare da te? – Comprati un mio libro! l’ho stuzzicata. – Ancora a quella storia stai pensando? Va bene, se proprio ci tieni mandami il pdf.
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