Autrice che al telefono ha fatto per lo più scena muta, nonostante mi avesse chiamato lei “per fare delle domande”, mi manda una raccolta di poesie stralunatissime, assai bordiniane, completamente fuori controllo lirico, ma non prive di una loro misura, di un ritmo, di una voce, scritte a loro modo benissimo, nonostante i continui refusi e con delle chiuse svagate ma talmente efficaci, talmente giuste, da creare quel tipo d’opera naif che non piace a tutti ma personalmente mi manda in brodo di giuggiole. A tal punto che più volte mi interrogo se a scrivermi sia persona affetta da disturbo borderline, oppure una colta che vuole giocare a fare l’ingenua, riuscendoci. Non riesco a capirlo, ma visto che alle poesie manca del tutto una bio le chiedo di mandarmi due righe di presentazione per capire chi è che mi scrive. Mi risponde così: Biografia, sono una scrittrice dal 2012-2013 e le mie poesie sono scritte da me sola. Ciao.
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