Un paese di Cesare Zavattini e Paul Strand è un’opera straordinaria sotto tutti i punti di vista: estetico, etico, epico, personale e antropologico. Paul Strand, fra i primi e più grandi fotoreporter americani, emigrato in Europa per sfuggire al maccartismo, nel 1953 conosce e chiede a Cesare Zavattini, sceneggiatore fra i padri del neorealismo, di fare un libro insieme, un reportage italiano. Zavattini un po’ per scherzo, un po’ perché la ritiene la cosa più facile, propone un reportage su Luzzara, il paese in cui era nato e da cui era partito molti anni prima verso Roma. Zavattini pensa: è un posto che conosco bene e questo semplificherà il lavoro. Invece, man mano che il lavoro procede, si rende conto di non conoscere affatto il paese di Luzzara, di averlo completamente dimenticato, o meglio ancora deformato attraverso la memoria. Ne viene fuori un libro che è prima di tutto un atto di riconciliazione e riappropriazione di un paese, di un mondo, poco prima che quel mondo finisse per sempre. Ne viene fuori un’opera corale e palpitante che è il frutto di una serie di ritratti in cui si fondono fotografia e parole, povertà e immaginazione, quella cosa che Salgado chiamava “il sale della terra” e che noi accogliamo forse meglio se proviene da altri luoghi del mondo, ma vergognandocene nel nostro, perché puzzano di miseria. Quella miseria umida che un tempo ci portavamo addosso come tutti gli altri. Il libro è stato pubblicato da Einaudi nel 1955 ed è tale la sua importanza storica che è ancora oggi sul mercato. Vale la pena prenderlo, per chi può, insieme al catalogo della mostra dedicatagli a Palazzo Magnani di Reggio Emilia nel 2017, primo perché il catalogo è stampato assai meglio, poi perché contiene molti altri scatti che non finirono nell’opera, e soprattutto perché ha una sezione finale in cui mostra la lunga serie di influenze e stimoli che ha avuto sull’opera di molti altri fotografi di fama internazionale, raccontando così come una manciata di contadini scalzi coi loro buoi abbiano fatto il giro del mondo da protagonisti.
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