Mentre leggo post di giovani autori indignati che consigliano di boicottare PLPL per le contraddizioni che ogni sala/salone/festival/sagra/rassegna si porta sempre dietro, perché sono eventi che servono a muovere soldi, non libri o idee, ma soldi (ragione per cui, a voler essere integri, bisognerebbe boicottarli tutti), mentre leggo questi post vedo la foto di un mio amico con cui, poco tempo fa, ebbi il coraggio di essere diretto e sincero come raramente sono capace di fare, e gli dissi: “no, le tue poesie sono brutte, secondo me non dovresti pubblicarle” spiegandogli che cosa non andava. Lui allora mi abbracciò, mi disse che avevo ragione, che ero un vero amico per la mia sincerità e che avrebbe seguito i miei consigli e continuato a studiare per migliorarsi, mi disse così poi oggi ho visto una foto in cui pubblicizzava il suo libro, quello stesso libro che aveva fatto leggere a me, pubblicato con un altro editore. Non è nemmeno una colpa la sua, fanno tutti così. Ma proprio per questo credo che ogni forma di boicottaggio, per quanto necessaria, non possa portare a nessun risultato, perché prima di boicottare gli altri bisogna imparare a fare i conti con se stessi e se dici alla maggior parte degli autori: “scegli se essere integro oppure se vuoi vedere il tuo libro alla sagra della porchetta di Roma”, la maggior parte degli autori ti risponderà che vuole essere famosa, anche accontentandosi della porchetta.
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