Il caso letterario del giorno fra due amici che di sabato sera fanno discorsi noiosi. Io: Ma che Philip Roth lo pubblichi Adelphi invece di Einaudi di preciso cosa modifica nel nostro universo? Tanto per noi o che lo stampa uno o che lo stampa l'altro sempre davanti alle palle ce lo troveremo, e in tutte le librerie. E poi, va bene che è il colpaccio di Adelphi, ma a noi che non lavoriamo né per Adelphi né per Einuadi, fondamentalmente, che ci frega? Risposta del mio amico: A te non cambia nulla, a me rovina l'estetica dello scaffale che gli ho dedicato, vuoi mettere l'algila eleganza dei volumi Einuadi con pastelloni di Adelphi? Bleah!
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
Visualizzazione post con etichetta adelphi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta adelphi. Mostra tutti i post
sabato 16 marzo 2024
giovedì 21 luglio 2022
il mio lato umano
Autore che vuole pubblicare con me e mi manda la foto di un libro Adelphi. Mi scrive: Li conosci loro? Tu dovresti fare dei libri così, sono più belli dei tuoi. Volevo rispondergli Grazie al cazzo, poi ha prevalso il mio lato umano.
mercoledì 1 luglio 2020
domenica 14 aprile 2019
poi morivo felice
C'è chi sogna di pubblicare con la bianca di Einaudi, c'è chi sogna di pubblicare con Lo specchio di Mondadori, io sogno di pubblicare nella Piccola Biblioteca di Adelphi. Così stanotte sognavo di fare un pacchetto delle 49 poesie più belle che ho mai scritto negli ultimi quindici anni e mandarlo ad Adelphi, la quale non solo mi rispondeva, ma (per il magico potere che hanno i sogni di avverarsi, almeno mentre dormi) mi pubblicava anche. Titolo scelto per la raccolta: ANATOMIA DI UN VIGLIACCO. Poi morivo felice.
mercoledì 22 gennaio 2014
scusate il disturbo
Quando leggo i post di scrittori veri come Mario Desiati o Luca Bianchini (che piace tanto a mia zia) o Guido Catalano o certe volte anche di mostri come Aldo Nove, mi rendo conto che io non sono e non sarò mai come loro. Non me ne frega nulla di andare a fare le presentazioni in giro per l'Italia, di leggere i miei versi ai reading, di stare sui giornali o di vendere un racconto per farci un film. Cioè se capitasse non ci sputerei sopra, ma perché capiti bisognerebbe che facessi tutta una serie di cose che non mi ingolla di fare, anzi ne sono quasi spaventato. Solo il pensiero di tutto quel movimento mi atterrisce. Come dice un mio amico, la verità è che sono un cazzaro. Tutto ciò che mi importa davvero e starmene seduto al mio pc e grattare sui tasti, scrivere e che qualcuno legga ciò che scrivo, quello sì. Il che ammetto è molto romantico e bello e giusto e blablabla, ma da un punto di vista strettamente editoriale è un totale fallimento. Uno scrittore non è questo, lo so io come lo sanno loro. Essere scrittori oggi ha più a che fare con le strette di mano, i bei sorrisi, i gruppi di lettura che ti fanno domande imbarazzanti, Fabio Fazio o le rubriche intelligenti sugli inserti settimanali dei quotidiani nazionali. Io mi sentirei male se dovessi stringere la mano a Fabio Fazio, che magari mi fa una domanda del cazzo tipo "Ma perché oggi la gente non legge più poesia in Italia?" "Che domanda mi fai, Fazio? Io la poesia la leggo, che ne so perché non la leggono gli altri? Chiedilo a Saviano, magari ti legge una poesia della Szymborska così Adelphi è contento". Tuttavia pubblicare un libro non è così bello come leggersi il libro di un altro. Insomma, sto maturando l'idea di smetterla. Pubblicarne un altro solo, quello per mio nonno e poi fregarmene e starmene qui a scrivere versi grattando sui tasti. Ho il mio pubblico affezionato in fondo. Poi ovviamente la mia è tutta invidia e blablabla, è per questo che ho scritto tutta 'sta roba. Me le portavo in gola già da un po'.
Etichette:
adelphi,
aldo nove,
arte,
fabio fazio,
giornale,
guido catalano,
italia,
leggere,
libri,
luca bianchini,
mario desiati,
pensieri,
poesia,
pubblico,
roberto saviano,
scrittori,
scrittura,
vita,
wislawa szymborska
Iscriviti a:
Post (Atom)