venerdì 28 agosto 2020

anniversario


Stamattina Michele Pentassuglia mi ha detto che il prossimo mese – per uno di quegli strani casi del destino, mese di elezioni – cade il cinquantesimo anniversario del suo insediamento come sindaco di Locorotondo, anno 1970. Michele, che a onor del vero all’epoca aveva la pelle scura e i basettoni neri e sembrava venuto fuori da qualche saga siciliana di Sciascia, aveva 35 anni ed è stato uno dei sindaci più giovani della nostra storia. Era democristiano ma la sua candidatura causò una pesante spaccatura all’interno del suo stesso partito: lui allora, cosa inaudita per l’epoca, cercò l’accordo con socialisti e comunisti. Ma Michele va ricordato soprattutto perché fu il primo a muoversi per intercettare, attraverso Aldo Moro, dei finanziamenti europei (si parla di miliardi) con cui venne ridisegnato l’intero paese, portandovi quello che per l’epoca era “il futuro”. Nel giro di circa vent’anni, Locorotondo passò dall’essere un piccolo centro contadino senza strade, senza luce elettrica, senza rete idrica né fognature, al paese benestante che è oggi (ma senza tacere gli strascichi negativi del boom edilizio). A me Michele dice: “Le cose quando le pensi le devi anche dire (sottinteso: devi avere le palle di dirle), perché se le pensi è basta non se ne fa niente nessuno”. Ecco, io penso a quel sindaco giovane, spregiudicato, dinamico e proiettato in avanti, che nel sud del sud (dove eravamo) andava a cercarli i soldi per fare le cose invece di aspettare che gli piovessero dal cielo, con delle idee, un progetto politico e dei risultati, e dico che andrebbe ricordato e bene questo anniversario, sia perché ha segnato un nuovo corso per il paese, sia come esempio di una politica che tutti decantano come qualcosa che prima o poi “si farà” ma che a in realtà si è già fatta, persino qui, solo che ce ne siamo scordati.

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