A
me pare che il nuovo libro di Siti contro il neo-impegno stia
diventando un facile pretesto per molti per giustificare il proprio
disimpegno. Ha ragione Siti quando dice che le ragioni dell'arte devono
essere più forti di qualsiasi causa o posa. Né possiamo fare di ogni
libro un libro sociale, altrimenti sai che palle! Però le ragioni
dell'arte vanno (anche) a braccetto con le ragioni del cuore. Sposare
qualsiasi causa è stupido, non sposarne nessuna è disumano. Se io nei
miei versi parlo di alcuni temi e non di altri è perché me li sento
addosso, mi pesano sul cuore. Se tu non ne scrivi forse è perché non te
li senti addosso; o forse è perché te ne vergogni, perché pensi che
parlare del dolore degli altri possa sporcare il tuo dolore, macchiarlo
con l'orrore della cronaca e per questo declassarlo; o peggio ancora
compromettere i tuoi difficili rapporti col sempre politicamente
corretto mondo editoriale. La posa del neo-impegno è brutta, quella da
scrittore immacolato lo è altrettanto. Magari a non parlarne, come
artista, sei fuori dalla posa del neo-impegno; umanamente potresti
essere uno stronzo. Io ci penserei.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
mercoledì 19 maggio 2021
neo-impegno e disimpegno
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