mercoledì 26 settembre 2012

torta

A maggio Francesca mi scrisse una lunga lettera, l’ultima mi accorgo adesso. Su due bei fogli di carta riciclata, con una scrittura chiara, vagamente infantile, dai caratteri piccoli e tondeggianti, aveva ricopiato la pagina di un libro che io stesso le avevo regalato a Natale, in cui una delle due protagoniste parlava al ragazzo di cui era innamorata di cosa intendeva lei per “amore”. Il ragazzo nel romanzo era diviso fra due donne, lei e un’altra che non lo amava e che alla fine si sarebbe uccisa, lasciandolo definitivamente a lei. 
All’inizio l’avevo creduta una sorta di dichiarazione non dichiarata, di quelle a cui mi aveva abituato da tempo. Mi mandava spesso, infatti, lettere in cui ad esempio nascondeva foglie secche spezzate perfettamente a metà o vecchie cartoline erotiche rappresentanti donnine nude ormai ingiallite, o foto di gatti di cui non si vedeva la testa. Io dovevo decifrarne il messaggio nascosto. Ma non avevo tenuto conto che Francesca, per quanto originale, non aveva la mia stessa passione per i romanzi. 
Mi ero convinto, con quell’ultima lettera, che volesse dirmi nel suo modo un po’ strambo di parlare sempre a metà: io nella tua vita sono lei e tu a un certo punto finirai con me. Ma intendeva altro. L’ho scoperto dopo, tardi, quando a luglio, nel pieno dell’estate, Francesca mi chiarì che non poteva darmi ciò che le chiedevo, e mi disse che sperava davvero per me che potessi riceverlo dall’altra. Purtroppo, dei tre, Francesca, com’era consono al suo carattere, fu l’unica a non seguire il copione, lasciandomi del tutto solo.
Che cosa voleva dirmi, allora, con quella pagina copiata? Ecco, voleva dirmi: questo è il mio tipo di amore, insensibile e matto, e non so se è per te. Quest’ultima affermazione avrei dovuto decifrarla dall’aggiunta, in fondo alla lettera, del disegno a colori vivaci di una bella torta di compleanno. Disegnata appunto: bella da vedere, ma impossibile da mangiare.

3 commenti:

amanda ha detto...

sono troppo elementare, l'ho sempre detto

marian. ha detto...

il romanzo di cui si parla mi è sembrato norwegian wood (si scrive così???) di murakami e la tipa che ti ha mandato tutti questi messaggi cifrati solo una che non voleva essere scortese se ti diceva che in cuor suo non s'era accesa alcuna scintilla d'amore per te. così ci ha girato intorno, sperando che fossi tu a capirlo da te (sempre se sei tu il soggetto in questione di questo amorechenonc'è).l'amore c'è o non c'è. è troppo un sentimento di istinto, naturale. pertanto nasce e muore come una qualsiasi pianta. non si può, nè si dovrebbe razionalizzarlo. fino ad oggi, nella mia esperienza, la curva del sentimento che ho provato per tutte le Francesche che mi sono capitate, è stata sempre a gomito stretto e con un sonoro vaffanculo finale. dopo, solo indifferenza e silenzio.

lillo ha detto...

marian sei sempre troppo intuitiva tu :)

(sì. era quello il romanzo)