Oggi mi sono svegliato con la consapevolezza che i due migliori scrittori italiani “rivelatisi” negli ultimi anni sono Carlo Bordini, classe 1938, ed Ezio Sinigaglia, classe 1948. Sono diversissimi fra loro, ma entrambi hanno iniziato a scrivere a metà degli anni 70, entrambi sono stati considerati degli outsider perché sono passati per più di trent'anni sotto silenzio, prima di tornare in luce intorno al 2016, con tutto il clamore di chi si accorge per la prima volta di loro e lo stupore: Come è stato possibile? E ho pensato che il talento non è poi così evidente come si crede, non può salvare chi lo possiede né portarlo da solo al successo, e che il destino avventuroso e maledetto che tanti aspiranti scrittori sognano, che io stesso sognavo anni fa, alla fine è anche e soprattutto un viatico doloroso nel dubbio; perché l'indifferenza, e il tempo necessario a scoprirsi, e il dubbio che ne consegue, sono dolorosi. Ma, come diceva Leopardi, solo dal dubbio può nascere la verità, se nasce. E quanto al tempo, vale per tutti la regola della livella di Totò: dove tempo e livella coincidono, per spazzare via, senza troppi complimenti, tutto ciò che non servirà domani. Visto quanto si pubblica oggigiorno, sarà un’epidemia, mi sa. La mia speranza ultima è di avere degli anticorpi abbastanza forti da reggere il confronto con quelli dei due mostri/maestri citati qui sopra.
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