lunedì 17 agosto 2020

ciò che ti serve

 Stamattina, mentre gettavo un fico inacidito nel cestino dei rifiuti, mi è preso un dolore al cuore, una sofferenza per il fico marcio che ho dovuto recuperarlo dal cestino e andare a gettarlo fuori. Che destino è per un frutto – se ne hanno uno – finire ormai maturo e non mangiato fra i rifiuti, ben separato nello scomparto dell’umido, e non per terra sotto l’albero, al fresco e pronto a sciogliersi in concime naturale per la terra? Giorni così penso che è tutto sbagliato, che la frutta non andrebbe nemmeno raccolta, ma mangiata direttamente dagli alberi, per evitare sprechi inutili. Quando hai fame scendi, scegli e raccogli solo quella che ti serve, il resto la lasci sui rami per gli altri. È vero però che è una visione, che non tutti hanno la mia stessa fortuna di avere un albero sotto casa, e allora penso che l’errore è a monte, nel modo in cui pensiamo una città. Servirebbero meno auto, meno parcheggi e più frutteti pubblici, con tante varietà fra cui scegliere, dove andare a prendersi liberamente la frutta dagli alberi a patto che te la mangi lì, sul momento, ciò che ti serve.

2 commenti:

amanda ha detto...

😍

Dario ha detto...

"Servirebbero meno auto, meno parcheggi e più frutteti pubblici, con tante varietà fra cui scegliere, dove andare a prendersi liberamente la frutta dagli alberi a patto che te la mangi lì, sul momento, ciò che ti serve." :)