Poi arriva il giorno in cui realizzi che trovare i soldi per fare i libri diventa più importante che fare i libri, perché a fare i libri senza soldi si finisce nei debiti, né la maggior parte dei libri vende così tanto da giustificare la propria esistenza sul mercato (sul piano artistico è un’altra cosa). Così perdi le giornate fra lavori laterali, bandi e progetti da compilare, preventivi da ottimizzare, e i libri restano lì, sognati, sul tuo PC. Ogni tanto un autore bussa per chiederti quando si farà il suo libro e tu rispondi: – Appena trovo i soldi per farlo. E ti senti un po’ come Michelangelo nel Tormento e l'estasi: – Quando finirai? – Finirò quando avrò finito. – Ben sapendo che questo non porterà alcun reale sollievo, anzi spesso amarezze e delusioni se il libro non verrà ben accolto, e tanto altro lavoro da fare per promuoverlo e venderlo dove la fatica è sempre sproporzionata rispetto al guadagno reale. Io personalmente mi sento di dire che il libro è più bello sognarlo che farlo, covarselo nelle sue infinite possibilità e varianti, anche per mesi, per anni, trovare nuove soluzioni, cambiare punto di vista, riscriverlo da capo se occorre, senza l’ansia di andare in stampa che uccide il gioco. Quella è la parte più bella di tutte, secondo me. Io non farei altro. Provo anche a dirlo, ma questo l’autore, che ha voglia di chiudere i conti con qualcosa, non sempre lo capisce.
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