Devo confessare che professionalmente sono un gran sbolognone. Visto che non riesco e non mi va di pubblicare a oltranza, spesso quando mi mandano dei manoscritti che non sono brutti ma non ho la forza o la voglia di fare, dirotto gli autori verso altri editori. Li consiglio pure quando posso: guardi lei è perfetto per Samuele Editore, o Musicaos, c’è Terra d’Ulivi, c’è Fallone, Pièdimosca, madò ma ha scritto a Marco Saya, e a Interno Poesia, ecc. ecc.? Così, come se lanciassi un salvagente, mi salvo dallo scrupolo di non poterli aiutare e non gli tolgo la speranza di pubblicare, cosa che peraltro si meritano, ma se aspettano me stanno freschi. Poi stamattina mi chiama uno che vuole sapere come va la sua proposta e io come al solito provo a sbolognarlo a un altro, cioè a Interno Poesia. – Ma come, mi risponde quello piccato, non ha letto il post? Non è informato? Interno Poesia non accetta più manoscritti! L’ha scritto Andrea Cati su FB. – Che c’entra, faccio, pure io l’ho scritto che non accetto manoscritti, eppure me li mandano uguale. Anche lei, con me, non si è preoccupato di questo. – Ah sì, dove l’ha scritto? – È finita che ho scoperto che questo legge tutti i giorni i post di Interno Poesia (a cui sogna di arrivare) ma non sapeva manco che Pietre Vive ha una pagina FB. Insomma, il salvagente in questo caso ero proprio io.
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