Stamattina incuriosito ho visto la lettura della lettera di Zelensky a Sanremo che tanto indignava alcuni, ma mi è sembrata francamente molto rumore per nulla, un po' retorica, ma la retorica e Sanremo sono un tutt'uno. Tanto è vero che quando su quel palco sale qualcuno che è uscito fuori dal sistema mentale della retorica, fosse anche perché è vecchio e se ne fotte, come Gino Paoli allegramente bevuto o la Vanoni, si sente puzza di vero ed è a tratti ingestibile, altro che la letterina. Ascoltandola, però, mi sono chiesto come andranno adesso le trattative fra Russia e Ucraina visto che il mediatore, Erdogan, è impegnato su altri fronti. Ho letto che da ieri in Turchia sono cominciate le purghe dei costruttori dei palazzi crollati col sisma. Più di cento arresti in un giorno. Alcuni di loro saranno stati inetti (esattamente come sono in Italia), altri andranno in galera senza colpe vista l'entità del disastro, ma serve qualcuno da usare come capro espiatorio per lasciar sfogare la rabbia sociale, ed Erdogan è uno dall'arresto facile, vedi la brutta fine che hanno fatto oppositori e giornalisti. A proposito. Ma saranno ancora vivi? O quelli che erano in galera, impossibilitati a fuggire, saranno tutti morti e sepolti sotto le macerie? Che brutto mondo mi dico. Dove si susseguono senza soste pandemie, terremoti, guerre, dittature, ci sono capi di stato che fanno più paura che bene, e noi quasi non abbiamo scelta, dobbiamo affidare le nostre vite a loro. E anche se non ci affidassimo a loro non sono sicuro che faremmo di meglio.
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