Michael Krüger, poeta ed editore tedesco, uno dei punti di
riferimento della mia vita. Nato nel 1943, dal 1986 al 2014 ha diretto la casa
editrice Hanser, una delle poche case editrici indipendenti rimaste in
Germania, intercettando e pubblicando, fra gli altri, numerosi poeti, “quelli
che nessuno vuole toccare a causa dell’imperante Metrofobia*”, 14 dei quali
hanno vinto il Nobel (gente come Brodskij, Walcott, Tranströmer, Handke). A chi
gli chiede cosa fa un buon editore risponde: “lo psicologo, l’uomo d’affari, il
conferenziere, ed è un buon amico”, ma se gli si chiede l’attività che più ama
aggiunge “l’editing, lavorare sul testo”. Di suo in Italia sono state
pubblicate alcune antologie e romanzi, ma solo una raccolta completa, Spostare
l’ora (Mondadori, 2015) nella traduzione di Anna Maria Carpi. In una sua
poesia si definisce un “uomo dal cuore di coniglio, niente di più, anzi di
meno”. E spiega: “Non sono mai stato particolarmente coraggioso in vita mia.
Non ho dovuto esserlo. Lo vedo decisamente come uno svantaggio. Ho avuto molte
offerte, anche dall’estero, e opportunità di cambiamento. Ma sono rimasto qui.
Sono una persona frugale, non ho bisogno di seguire le mode, di avere una
macchina o di andare al Casinò. L’ufficio è come un grande elastico che mi tira
a sé. Ti alzi dalla sedia, ma poi sei risospinto di nuovo alla tua scrivania.
Il cuore del coniglio è una macchina che pulsa perché il coniglio è sempre in
movimento. Ma il coniglio preferisce restarsene nella propria tana, seduto lì
con le sue lunghe orecchie e guardare fuori” (le citazioni fra virgolette sono
tratte da una intervista di Gabriela Herpell e Thomas Bärnthaler).
*Metrofobia=paura della poesia.
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