C’è una scena bellissima di un film muto girato nel 1919 in Germania e chiamato Die Puppe (La bambola) di Ernest Lubitsch. Nel film, comico, una ragazza si finge una bambola e viene acquistata da un giovane sprovveduto che vuole usarla per una truffa ai danni dello zio ma viene “truffato” a sua volta dalla ragazza di cui poi si innamora. In questa scena la ragazza che finge di essere una bambola, affamata, ruba del cibo dal piatto del ragazzo, lo spia mentre mastica avidamente e fa delle finte ogni volta che lui la guarda per non farsi scoprire. È l’identico sketch, replicato alla lettera, usato da Paolo Villaggio in Fantozzi contro tutti (1980) nella scena in cui Fantozzi decide di entrare in una clinica dietetica rigorosamente tedesca e ruba le crocchette di patate dal tavolo del dottore che lo ha in cura. Ed è significativo, e a suo modo crudelmente ironico, perché una delle scene più amate del Fantozzi di Villaggio, da un certo tipo di pubblico che non ama – e non ama perché non conosce – un certo tipo di cinema, è proprio quella in cui Fantozzi irride la Corazzata Potemkin di Eisenstein, mentre qui si vede come Villaggio conoscesse, amasse e rubasse scene proprio da quel cinema “colto”, ma in realtà assai popolare, che i più dileggiano attraverso di lui, citando la sua celebre battuta (“una cagata pazzesca!”) e poi ridendo a crepapelle sulla scena delle crocchette, per qualcosa che era già presente proprio in quel cinema che i più rifiutano a priori, come troppo impegnativo per loro.
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