venerdì 19 luglio 2024

i ruoli

Ho grossi problemi, io, con i ruoli. Va da sé che, dal mio punto di vista, sono gli altri ad avere problemi con i ruoli: per me non dovrebbero esistere. A ben guardare, è solo in questo che sono davvero un ribelle: nella caparbietà con cui mi rifiuto di prender parte ad una recita. I ruoli sono una finzione teatrale. La vita dovrebbe essere autentica. Invece accade che il teatro sia alquanto più autentico e versatile della vita. A teatro, infatti, due attori potranno essere padre e figlio per una stagione. Poi saranno magari, per un’altra stagione, vecchio servo e giovin padrone. Tanto per dire. Senza contare quei casi esemplari in cui, specie in passato, due grandi attori si scambiavano ogni sera le parti di Iago e di Otello. Nella vita, invece, sempre padre e figlio, marito e moglie, medico e paziente, padrone e servo, collega e collega, carnefice e vittima. Tutti blocchi di ghiaccio rappresi intorno alla sagoma un po’ indistinta, un po’ approssimativa, ma assolutamente non sostituibile, di una parte surgelata, insapore. Niente di genuino, questo lo sappiamo tutti: ma con i surgelati, almeno, si va sul sicuro: i rischi di intossicazione sono minimi.
 
Ezio Sinigaglia, Sillabario all’incontrario (TerraRossa, 2023)

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