Oggi è la Munro, ieri erano i "fascisti" Pirandello e Ungaretti, alcuni anni fa toccò a Montanelli con la sposa bambina, prima ancora a Penna e Pasolini coi loro fanciullini marchettari, e prima ancora a Céline o Malaparte ecc. in questa lunga catena dei peccati e delle colpe. Periodicamente viene fuori questa discussione per cui si scopre che gli artisti sono fondamentalmente uomini e donne pieni di difetti e tutt'altro che perfetti e si mette in discussione il valore esemplare della loro opera. Impregnati di ideologia romantica ci si dice che se l'artista non assomiglia all'opera allora l'opera è falsa. Ciò mostra sempre, implicitamente, la doppia morale del pubblico, la sua incapacità di leggere un'opera al di fuori del biografismo spicciolo e gossiparo della vita dell'autore e il suo bigottismo di fondo. Tutto questo però, mi dicevo stamattina, è destinato presto a finire. Fra un po' i romanzi li scriveranno direttamente le AI su commissione e allora non ci saranno più problemi morali con le debolezze e i lati oscuri degli artisti, perché l'AI non ha pulsioni sessuali, politiche o ideologiche. Le AI daranno al pubblico esattamente ciò che il pubblico vuole, glielo cuciranno addosso chiedendo il pagamento anticipato, e il pubblico forse finalmente per una volta chiuderà il becco.
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