lunedì 14 settembre 2020

immaginazione binaria

Ho rivisto, moltissimi anni dopo i miei anni universitari, Zabriskie Point, questo film che descrive una società americana (ma avrebbe potuto essere ambientato ovunque secondo me, a Taiwan come a Parigi) violenta, fatua, edonistica, i cui due protagonisti – nemmeno simpatici – finiscono per piegarsi o assuefarsi alla stessa violenza che la caratterizza, che caratterizza persino i bambini che proprio dalla violenza avrebbero dovuto essere salvati. Il primo dei due eroi, un po’ testa di cazzo, viene ammazzato per errore da un poliziotto che spara a caso per spaventarlo; la seconda, che invece ha “immaginazione”, nell’immaginazione finisce col distruggere tutto con una esplosione tremenda, adottando cioè lo stesso linguaggio dei carnefici della società, che di fronte a una realtà incomprensibile non creano alternative, ma la annientano, la cancellano senza pietà. Non c’è più alternativa, nemmeno nella fantasia, alla morte, e l’unica alternativa offerta dalla morte a se stessa è puramente estetica: una gran bella morte, una morte grandiosa e finemente diretta: nella musica, nei colori, nel montaggio. All’epoca, con tutti i suoi difetti, non ultimo la mancanza di empatia che si prova verso i suoi protagonisti, il film fu rifiutato dal pubblico come dalla critica. Oggi, dopo quanto sta accadendo nel mondo, mi sembra profondamente attuale, forse più attuale di allora. E mi sono chiesto se era Antonioni – il quale aveva dalla sua l’arma di un profondo pessimismo a filtrarne la poetica – ad essere già avanti (o alieno) nel 1970, oppure semplicemente noi che stiamo pian piano regredendo verso quel particolare tipo di immaginazione binaria, quella che già Moravia aveva definito come oppositiva di Eros e Thanatos, con la vittoria schiacciante di Thanatos che piano piano ci sta fagocitando tutti.

2 commenti:

Tita ha detto...

L'esplosione con i Pink è mitica :-).
Di Antonioni ho di recente rivisto "Professione reporter", anche là l'ottimismo latita. Ma come dargli torto?

lillo ha detto...

impossibile dargli torto!
professione reporter è il prossimo che mi rivedrò :)