Non l'ho letto ma a una prima occhiata dell'indice questo libro pubblicato nel 2023 (che pure ha intuizioni interessanti come dedicare un capitolo al confronto di due autori romani come Zeichen e Bordini) mi dice che nella poesia del Novecento i meridionali hanno contato meno di un cazzo di nulla. Infatti rispetto ai pur pochi che aveva messo Mengaldo nella sua antologia, qui Berardinelli li elimina tutti, o meglio non li ha mai considerati (visto che mi pare di capire che il lavoro prende spunto da una serie di saggi). È vero che ne mancano tanti all'appello, ad esempio Magrelli o un qualsiasi dialettale, ed è vero che la storia poetica italiana (che è pure storia di potere editoriale) l'hanno fatta gli altri. Però in tutto il 900 nemmeno un nome nato a sud di Roma con esempio di tutto ciò che il nostro Meridione si porta dietro in termini di differenze e specificità culturali sociali e linguistiche, è come affermare che in Italia tutto è paese, tutto uguale, tutto omologato, e non è vero. Non lo è stato nell'intero 900 e non lo è nemmeno adesso.
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