Pare che a differenza di ciò che si crede, o addirittura si stigmatizza dicendo che ci vogliono solo terrorizzare con la paura di una crisi climatica per meglio controllarci, fatte le debite analisi negli ultimi due anni si parli molto meno di ambiente e clima, o meglio ancora si adotta una strategia di disinformazione per cui se ne parla tanto ma in maniera molto più superficiale e diluita, o annacquata, e spesso assai rassicurante – secondo la nota formula del bastone e la carota: il problema c’è ma si può curare – e limitando o addirittura censurando gli approfondimenti più seri, e questo perché la nostra stampa è sponsorizzata per la maggior parte da aziende legate alla produzione di combustibili fossili. In Italia, sostiene Greenpeace, l’unica testata di informazione che supera la sufficienza quanto a libertà di informazione è Avvenire, ed è tutto dire che il più libero dei giornali sia anche il meno laico. Non so bene che significhi, ma sono sicuro che qualcosa c’entri.
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