Stamattina volevo scrivere un post sul Premio Strega Poesia. Questo perché una ragazza mi ha scritto di aver letto uno dei libri proposti e avendolo trovato brutto e insignificante non si capacitava della cosa, com’è possibile che un libro così brutto sia finito allo Strega? Mi piaceva l’idea di spiegarglielo per bene, perché non pensasse che anche gli altri libri potessero essere altrettanto brutti e insignificanti, alimentando un’idea fin troppo diffusa che non ci sono più buoni libri di poesia in Italia, cosa ASSOLUTAMENTE NON VERA anche se i primi detrattori del genere sono proprio i poeti che comprano poco, leggono meno ma parlano male di tutti; poi mi è passata la voglia di giustificare meccanismi che nemmeno io capisco, né approvo, non il premio in sé che è un premio come tutti gli altri per quanto imbellettato, ma più vicino alla patacca che al prezioso, ma proprio per come viene fatto, con una serie di difetti alla base che non sto a elencare perché tanto è inutile, nel mondo della poesia tutti sanno tutto ma fanno finta di niente come la folla che applaude il re nudo, poi ogni tanto qualcuno dice qualcosa di un poco scomodo e tutti esultano “oh finalmente qualcuno lo ha detto!”, e tu mio caro esultante non lo sapevi già che avevi bisogno di qualcuno che facesse la voce per te? Quindi preso dallo sconforto, tanto più che ero in fila in farmacia, le ho detto per sommi capi la verità, che per me il Premio Strega Poesia è un premio di serie B al punto che non ha nemmeno amici della domenica bensì editori della domenica che presentano i libri al ribasso, tanto per dire che ci siamo, e l’ho chiusa lì con un lieve senso di colpa perché le cose andrebbero spiegate meglio di come ho fatto io, altrimenti diventano lamentazioni e giudizi sommari, ovvero “chiacchiere e distintivi” da poeti della domenica come ce ne sono anche troppi in giro.
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