Una bella poesia non fa certo un poeta, però se è bella lo è indipendentemente da chi l’ha scritta. Così funziona o dovrebbe funzionare per i libri. Un bel libro non fa certo uno scrittore, ma persino nel suo essere un singolo caso, se funziona funziona. Invece mi pare che valga sempre più il discorso che le colpe dei padri debbano ricadere sui loro figli, anche alla faccia dell’onestà intellettuale. A un altro livello vale anche per me come editore, quando mi accorgo che si fa finta di non vedere un mio autore, anche se è bravo, per il semplice fatto che se l’editore è piccolo non fa blasone. Piccolo autore + piccolo editore (in questo tempo piccolo) non fa nessun clamore. E a chi importa la bellezza di un pensiero, di una immagine o di un verso, se non puoi infilarla tra i contatti utili nell’agendina di Minà?
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