Negli ultimi giorni, sicuramente per farmi molto male, ho visto in loop “Il caso Moro” (Ferrara), “Interno Notte” e “Buongiorno Notte” (Bellocchio) e “Romanzo di una strage” (Giordana). Così stanotte, era quasi inevitabile, ho sognato di vivere in un paese pieno zeppo di vecchi, fra democristiani ed ex-fascisti, assetati di potere che vanno in giro a braccetto con giovani esaltati pronti a “scatenare l’inferno” perché si vedono come proiettati in un film con Russel Crowe ingrassato come si è visto a Sanremo, e che non riescono a costruire un discorso sensato perché non leggono libri ma parlano per frasi fatte e imparate a memoria e se gli rispondi male ti fanno il saluto nazista come per sfotterti e dire che quello sbagliato qui sei tu; e soprattutto con il cadavere di Aldo Moro (ma con la faccia di Gifuni) che spunta da ogni dove dando le mani a chiunque come se fosse sotto elezioni, ma poi passandole con l’amuchina, e annunciando che presto vedrete morirà di nuovo per tutti noi, per salvarci dalla nostra presunzione di crederci migliori o peggiori degli altri, e regalava a tutti la sua foto ricordo da tenere sul comodino.
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