Ogni tanto mi capita di sentirmi dare dell’arrogante (o dello stronzo) per i post in cui sfotto alcuni autori che si propongono. Così volevo dire che a parte il fatto che non è un genere che ho inventato io e nemmeno altri editori, anzi era già praticato prima ancora che nascesse l’editoria (se qualcuno se la ricorda, la satira 9 di Orazio è già un buon esempio); a parte il fatto che quasi mai mi permetto di giudicare o dileggiare pubblicamente il contenuto dei manoscritti proposti, proprio perché so quanto lavoro e coinvolgimento emotivo c’è dietro persino l’opera più modesta, quindi se mi esprimo è soltanto su metodi di approccio più o meno molesti o rivelatori, mai sulle opere in sé (e in questo se permettete mi sento più signore di altri che stanno sempre a cacare veleno sui testi di chi non gli piace come persona); ma delle volte ho proprio l’impressione che quelli che più si irritano per certi miei post siano coloro che nella sostanza hanno uno stile di approccio molto simile a ciò di cui scrivo, per cui magari non gli frega nulla dell’onore offeso dell’autore o autrice di turno, ma si sentono toccati in quel qualcosa che li riguarda loro malgrado. Quella che il mio amico Nannino il brasiliano chiamava “la pungitura”.
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