Ho appena deciso di fare anche io la mappatura poetica dei residenti in via Araldo di Crollalanza n.38 a Locorotondo (ex via della Resistenza) e ci ho messo dentro una trentina di gatti anonimi più alcuni altri fra cui vanno ricordati almeno il gatto Cesare, il gatto Matisse che prendeva sonno soltanto sulle mie gambe e il gatto Mao che una volta per punirmi di un affronto mi fece la cacca nelle scarpe, il riccetto che per alcune notti venne davanti alla porta di casa reclamando un piatto di pasta come quello nella celebre poesia di Montale, varie specie di uccelli e di fiori, dai ceci e pasta alle rose, oltre ovviamente ai tre cedri che sono qui da prima ancora che nascessi, al limone piantato da mio padre e alla magnolia davanti alla finestra che ogni volta che fiorisce mi pompa sangue in cuore e il campo che si allunga dietro casa fino alla pineta di Geppino che ora non più ma un tempo nelle sere d'estate suonava la batteria fino a tardi e ogni volta mi chiamava per chiedermi se si sentiva e mi raccontava di quella volta che Vasco gli aveva proposto di suonare con lui. Ce ne sono a milioni di creature poetiche qui e tutte vengono prima di me. Perché se è vero che i poeti sono quelli che scrivono i versi è anche vero che i versi li fanno gli elementi che ci ispirano. Il poeta è solo un mezzo, la poesia scorre attraverso di lui, come l'acqua in un tubo, e certo se il tubo è buono l'acqua scorre meglio, non fa strani rumori e quando la bevi dal rubinetto è pulita. Ma, seriamente, voi fareste mai la mappatura delle tubature di casa?
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