Visualizzazione post con etichetta innocenza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta innocenza. Mostra tutti i post

sabato 22 aprile 2023

tutti bugiardi?

Oggi guardavo un servizio in TV su Daniela Lo Verde, la “preside antimafia arrestata” come la presentano i giornali. Per come ne parlava il servizio, a indagini appena cominciate, era già chiaro che fosse colpevole. Ma possibile, mi sono chiesto, che ogni volta che emerge una forza “positiva” in questo nostro Sud sbrindellato, subito vengano fuori un processo, la stampa e una condanna pregiudiziale? Ho pensato a Mimmo Lucano, descritto come un criminale pur non avendo rubato un soldo, a Soumahoro, rovinato pubblicamente anche se per la procura è innocente. Ora c’è Daniela Lo Verde messa al microscopio, con la sua storia che è ben diversa ma già incanalata in un canovaccio che è sempre quello e, comunque vada, già sappiamo tutti che per lei è finita. Io non so. Io non so più dire i nomi dei colpevoli, né so più distinguere la verità dalla menzogna, so soltanto quello che mi dicono gli altri e quel loro modo particolare di sottendere l’ipocrisia di tutti, il marciume che alberga in fondo al cuore di ciascuno di noi. Ma dunque non ci sono brave persone al Sud? Sono tutti bugiardi? No di certo, però più spesso nell’opinione pubblica le brave persone sono quelle che stanno zitte a guardare, che non si intromettono, che si fanno i cazzi loro, e soprattutto che non si mettono mai a contestare sotto i riflettori… Chissà cosa avrebbe scritto don Tonino Bello di tutto questo, anzi lo so, lo posso addirittura citare, proprio perché lo ha detto a voce alta: “Salvami dalla presunzione di sapere tutto. Dall’arroganza di chi non ammette dubbi. Dalla durezza di chi non tollera ritardi. Dal rigore di chi non perdona debolezze. Dall’ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone”.

martedì 30 giugno 2020

capitare

Oggi pomeriggio mi chiama un ragazzo di 17 anni che scrive poesie e cerca un editore. Stava per firmare un contratto con una di quelle case editrici che per pubblicare ti chiedono l'equivalente di tre mesi di stipendio e quando lo ha detto al padre gli è arrivato uno scapaccione così violento che lo ha convinto a cercare ancora. Mi chiama e la storia dello scapaccione mi fa ridere così tanto che decido di perderci dieci minuti al telefono per spiegargli come funziona questo mondo e a chi dovrebbe rivolgersi per non essere fregato. Grazie, mi risponde, lei è stato gentilissimo! Prima di salutarmi mi chiede: Quindi le posso mandare il mio libro? Non è che me lo rifiuta perché sono poesie? In che senso, faccio io. È che prima di lei confesso che ho sentito altre due case editrici che mi hanno detto che loro non pubblicano poesie. Sì, ma io pubblico solo poesie, gli faccio. Ah, questo NON lo avevo capito!, mi risponde lui. Mi cascano le braccia. Scusa, ma se manco sai che faccio, mi dici come mi hai trovato? E lui: Mi scusi, non la volevo offendere, ho cercato un po' a caso e mi siete capitati voi.

giovedì 30 giugno 2016

chiudersi le orecchie

La verità che si nasconde dietro l’ostinazione con cui la nostra specie si aggrappa all’immaturità è molto più triste. Non ha a che fare con la riluttanza dell’uomo a guardare in faccia la morte, bensì con la sua propensione a chiudersi le orecchie per non sentire parlare della vita. Ma l’innocenza è l’ultima cosa che si possa prolungare naturaliter. Ecco perché i poeti – soprattutto quelli che sono durati a lungo – devono essere letti nella loro interezza, non attraverso brani scelti. L’inizio ha un senso solo in quanto c’è una fine. Perché i poeti, a differenza dei narratori, ci dicono tutta la storia: non soltanto in termini di esperienze che hanno vissuto e di sentimenti che hanno provato, bensì – ed è questo l’aspetto per noi più pertinente – in termini di linguaggio, attraverso le parole che essi decidono di scegliere. 

[Iosif Brodskij, Per compiacere un’ombra, trad. Gilberto Forti, in Fuga da Bisanzio, pag. 130, Adelphi 1986]

lunedì 7 aprile 2014

lo spazio

L’innocenza di una bimba
a pochi metri, uno con un giornaletto in mano.
L’innocenza e la depravazione.
Il giocattolo scivola sull’asfalto
e l’uomo si sofferma sulle sue cose:
nascosti, poco visibili, una coppia che si bacia;
la bambina osserva e vuole diventare più grande
vorrebbe provare anche lei
ma in lei c’è sempre l’innocenza.
Ad un altro angolo due vecchi che s’incavolano,
forse per l’ultima volta,
mentre spadroneggia l’orgoglio e la dignità di un giovane
che non tradisce un suo amico.
La passione spadroneggia:
passione, esperienza, crudeltà, odio;
ma dopo ogni cosa l’amore.

(Pino Simone, poesia inedita)

lunedì 15 novembre 2010

la storia che mi ha raccontato un amico

Hai presente Amburgo, il paradiso delle troie? Ero lì, sarà stato un anno fa, ero con questa tipa che avevo conosciuto la settimana prima a Copenaghen, una specie di colpo di fulmine o qualcosa del genere, e insomma avevamo passato la giornata fuori per negozi, e con la scusa di farmi vedere la città ci portavamo a spasso la figlia. La tipa voleva che si facesse amicizia perché l’intenzione era di fermarmi lì un po’ e quindi era meglio andare subito d’amore & d’accordo.
Insomma eravamo lì che tubavamo alla grande e sembravamo quasi una famiglia, e anche con la piccola eravamo grandi amici, e cammina cammina senza manco accorgerci, ci siamo ritrovati vicino alla Reeperbahn. Il bello è che non ci pensavamo proprio, ti rendi conto?
Beh, ce ne siamo accorti quando, girando l’angolo, ci siamo ritrovati davanti a sto troione altissimo, quasi senza vestiti, ehi, bella da togliere il fiato, con ‘sti due occhi freddi, capaci di raggelarti con uno sguardo.
E insomma, si camminava e abbiamo sbattuto contro di lei. E la piccola se l’è squadrata tutta dalla testa ai piedi e ha cominciato a fissarle la patata, ti rendi conto? Considera che era già ottobre e faceva un freddo cane, e noi ce ne stavamo lì tutti chiusi per il freddo e questa qui se ne stava lì come nulla, mezza nuda davanti a noi, con la patata di fuori e ci guardava con questi due occhi da far paura, sembrava una sorta di vichinga o qualcosa del genere, hai presente?
Beh, la bambina sai che fa? Da non crederci, la bambina la guarda lì, le fissa la patata e le dice, con tutta l’innocenza che può avere una bambina, le dice: “Ma come mai stai tutta scoperta, che fa freddo?” E a me viene da ridere e guardo sua madre che invece si è fatta tutta bianca, sembra di gesso, pensando a tutte le spiegazioni che dovrà dare poi alla figlia, sai il fiore & la cicogna e tutte quelle stronzate, e sai cosa fa il troione? Non ci crederai mai, il troione si piega tutto sulla bambina, la guarda con quei suoi occhi di ghiaccio e le dice con ‘sto vocione, le dice: “È perché ho nostalgia della primavera”. E ce la siamo filata. Bella storia, vero?