sabato 13 agosto 2022

pensieri confusi sulla morte a partire dal cinema muto

Ieri approfittando del maltempo ho fatto una cosa che adoro, ho visto due film, uno dietro l'altro. Erano entrambi di Murnau, Faust (1926) e Viaggio nella notte (1921). Nel primo, che rielabora poeticamente il celebre mito, il bene vince sul male ma i buoni muoiono, i cattivi restano sconfitti ma in vita; nel secondo, un melodrammone da camera, vince il male su tutta la linea e infatti muoiono tutti indistintamente, buoni e cattivi. Così ho pensato che forse nella vita è un bene che vinca il male, perché se vince davvero il male perlomeno non lascia superstiti in giro che faranno altri danni. Lo stesso Murnau è morto giovanissimi, a 42 anni, e per gli standard dell'epoca non era considerato una brava persona, perché gli piacevano gli uomini e, per quella cultura lì, i gay non erano brave persone. Così al suo funerale, in America, ci sono andati soltanto in undici. Una degli undici però era Greta Garbo, la divina, un’attrice talmente famosa da essere considerata poco meno che una dea in terra. E così ho pensato che forse è indifferente che tu sia buono o cattivo, perché la differenza non la fa come muori, ma chi viene al tuo funerale.


 

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