Ieri, su un sito ecologista, leggevo una notizia che credo sia una fake di quelle che riciclano all’infinito, ma ha il suo fascino, in cui un prof americano parla dell’esperienza di alcuni bambini portati in gita in un mattatoio, alla scoperta dei metodi di produzione alimentare. La settimana prima sono stati in una fabbrica di cioccolato, quella dopo vanno nel mattatoio. Da Willy Wonka ad Auschwitz nel giro di una settimana. Il prof osserva, con un misto di stupore e compiacimento sadico, come i bambini messi di fronte al reparto soppressione dei capi e poi macellazione delle carni hanno avuto delle violente crisi isteriche, piangevano, vomitavano. Com’è potuto succedere, si chiede il responsabile del reparto macellazione, eppure gli impianti erano perfettamente a norma, tutto igienizzato. E aggiunge il prof la cui saggezza sfiora punte di cinismo senechiano: è ora che quei bambini capiscano che cosa stanno mangiando e come gira il mondo. È un raccontino talmente paradossale che sono invidioso di non averlo scritto io. Sulla stessa scia, sempre ieri leggevo un post, questo certamente vero, del prof. Tozzi che dice di essere andato a parlare con Jovanotti in merito alla questione delle spiagge, riuscendo a costruire con lui un dialogo civile “come a volte succede fra sapiens” (questa espressione per me è bellissima) e subito sotto il post c’erano una lunga serie di commenti, alcuni di apertura altri di rimprovero, di persone che scrivevano: Lei mi ha molto deluso, pensavo che sarebbe andato lì a dirgli che pezzo di merda è, oppure: Ecco, anche lei si è lasciato comprare. Insomma, altro che salvare il mondo con la comprensione e il dialogo. Portate i vostri figli nei mattatoi, ascoltatemi, capiranno come gira il mondo.
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