A me di questa storia del Jova Beach Party che rovina le spiagge la cosa che più mi dà fastidio non è Jovanotti che fa la doppia morale, ma le 50 mila persone che vanno puntuali a ogni concerto giustificandolo nei numeri. Invece mi pare sempre più evidente che l’oggetto del contendere non sia la salvezza delle spiagge, ma la falsità di Jovanotti. Del resto lo dice l’articolo uno della costituzione: prima di tutto viene il lavoro, e chi se ne frega della salute delle spiagge quando c’è il lavoro? Sarà, a me comincia a sembrare troppo facile questo modello di pensiero per cui siamo sempre pronti a puntare il dito verso lo stronzo di turno, ma poi quando c’è da fare autocritica o boicottaggio stiamo zitti. La verità è una sola ed è semplice: vuoi salvare le spiagge? Allora boicotta il concerto. Perché se al concerto non ci va nessuno, il concerto non si fa, la spiaggia è salva. Invece tutti vogliono andare al mare, tutti al concerto perché il concerto sulla spiaggia è più figo, e se la colpa se la prende un altro meglio ancora. Forse non è nemmeno una colpa, perché manchiamo totalmente di sensibilità verso l'ambiente. E qui parlo per la Puglia, le nostre spiagge erano già zozze molto prima che arrivasse Jovanotti, e lo erano perché ci vanno i pugliesi, che sono zozzi perché vivono immersi nella bellezza della natura fin da quando sono nati, senza essersela conquistata, e per questo non la rispettano come dovrebbero. Come mi disse una volta un friulano che viveva in montagna e faceva il bagno in un fiumiciattolo sassoso, ma limpido: Chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti.
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