Negli ultimi tre giorni sono morte in Iran Reyhaneh Ameri, decapitata dal padre a 22 anni per essere rientrata tardi (precedentemente per una colpa simile lo stesso padre le aveva spezzato gambe e braccia); e Fatemeh Barihi decapitata a 19 anni dal marito di 17 anni (che era stata costretta a sposare) e ammazzata con la complicità della famiglia della ragazza perché accusata di averlo tradito. Il 27 maggio scorso invece è morta, con grande scalpore pubblico, Romina Ashrafi, decapitata dal padre a 13 anni per essere scappata di casa con un uomo di 35 anni del quale si era innamorata. In Iran, secondo l'articolo 630 del codice penale, l'adulterio giustifica il delitto: nel senso che se un marito scopre la moglie a tradirlo può ucciderla senza subire pena. Mentre, sempre secondo il codice penale islamico, se un padre o un nonno uccide un figlio è condannato al pagamento di una multa in denaro.
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