mercoledì 24 giugno 2020

pandemia critica

Io ho una mia teoria, che i primi 4 dischi di McCartney (da McCarntey del 1970 alla prima versione in doppio vinile di Red Rose Speedway del 1973 che poi venne tagliata e ridotta a disco singolo per imposizione della casa discografica), sono i suoi più belli perché ricchi di una leggerezza e di una grazia senza pari, l'equivalente in musica delle Songs of Innocence and of Experience di William Blake, ma soprattutto quelli dove McCartney ha provato realmente a fare qualcosa di nuovo rispetto ai Beatles, nel segno del minimalismo (oggi Indie) e di un certo dadaismo creativo (col ricorso, ad esempio, al linguaggio allusivo della filastrocca) che non solo non venne compreso, ma anzi venne ferocemente osteggiato e letteralmente affondato dalla critica che non gli perdonava lo scioglimento dei Beatles e fece fronte contro di lui. Per quasi cinque o sei anni questo fronte critico, foraggiato dall’astio con l’ex amico/rivale Lennon gli buttò addosso tanta di quella merda da seppellirlo: articoli che con tono di sufficienza dicevano che la sua musica era pessima, inutile, insignificante, che lui era un musicista finito se non proprio morto, che oltre McCartney c'era il nulla, finché alla fine McCartney (secondo me) si è rotto le palle per davvero, ha smesso di provarci, o forse ha solo perso la bussola e ha finito per dare alla critica esattamente quello che gli chiedevano: dei dischi carini, a volte spudoratamente commerciali, altre volte pregevoli, ma il più delle volte complessivamente insignificanti. Ci sono delle eccezioni ovviamente (io ad esempio ho molto affetto per London Town del 1978), ma è significativo che i dischi prodotti dal Macca da Flaming Pie in poi, anno 1997 (quando sull’onda della commozione per il progetto Anthology, riprese in mano la propria creatività sopita), sono tutti infinitamente superiori a quelli prodotti nei vent'anni prima. Ironia della sorte, oggi la critica, che ovviamente non si rilegge a dovere, sostiene che è un vero peccato che McCartney non abbia più ritrovato la grazia di quei primi dischi che sono stati certamente i suoi più belli (vedi RAM), come chiunque ha orecchie per intendere facilmente intende.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo dico con grande rammarico: non ho nessun album di Mccartney,quindi non posso dare un giudizio, però allargando il tuo discorso si può dire che alcuni dischi li riscopriamo a distanza di anni semplicemente perchè siamo cresciuti (o siamo cambiati): abbiamo migliorato l'approccio all'ascolto e troviamo belli quei dischi che prima erano brutti, e quelli che erano belli li troviamo... meno belli

Michele Lenzi

lillo ha detto...

molto vero!
scusami se ti rispondo ora, ma mi ero perso il commento! :)