Se dovessi mai stilare una mia lista delle cose belle per cui vivere ci infilerei senz'altro i dialoghi di Salvo Randone e Gian Maria Volonté nei film di Elio Petri; il sorriso di speranza di Woody Allen che chiude Manhattan; Otto e mezzo di Fellini; la sparatoria finale negli Spietati di Clint Eastwood; e poi Grand Tour di Gerry Mullingan; la versione del 1991 di First Song di Stan Getz e Kenny Barron; e Pannonica di Monk contenuta in Alone in San Francisco; Bob Dylan e Lou Reed; L'avvelenata di Guccini; Il polverone di Tonino Guerra; la Ferrara di Bassani; Giorgio Caproni; Moammed Sceab; Ballata scritta in una clinica; Gatto sotto la pioggia e Pioggia e la sposa; tutti i racconti di Salinger e alcune vecchie cartoline dalla Finlandia, quando sognare un amore era ancora possibile.
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