Il fatto che ogni sera, intorno alle 20.30, mi prende una sorta di gioia, di smania irrefrenabile per il solo fatto che posso finalmente chiudere con questo simulacro di lavoro che è leggere i libri degli altri, per dedicarmi a quella che al momento è la mia attività preferita, ovvero guardare film così vecchi che non avevano nemmeno il sonoro, mi fa spesso domandare perché nella vita ho scelto di fare l’editore quando la mia vera attitudine è quella di osservatore di cadaveri. In quello non credo di avere molti rivali al mondo, per me più sono morti, e muti, più sono interessanti.
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