domenica 26 novembre 2023

longhi nella rivoluzione

Che cosa fosse l’arte moderna, in Italia, negli anni tra il 1910 e il 1915, al tempo degli articoli di Soffici sulla Voce, lo si può riassumere in una parola che non aveva ancora tutto il suo significato e i suoi sogni: era una rivoluzione – novità, giovinezza, scandalo, liquidazione del passato, negazione e rifiuto delle tradizioni, rovesciamento dei modi abituali di pensare. Longhi era vociano, futurista, avanguardista, e aveva sposato questa rivoluzione. «Courbet e Manet sono morti nel 1877 e nel 1884: Cézanne nel 1906: Renoir e Degas vivono ancora numi solitari e scontrosi spregiati come furono apprezzati e popolari Tiziano e Michelangelo», è questo rapporto solidale, entusiastico con un’arte di cui si può ancora sentire, nell’aria, la sopravvivenza e il messaggio di novità, a portare Longhi su posizioni appassionatamente formaliste; è la rivelazione cézaniana di «traiter la nature par le cylindre, la sphere, le cône» a fargli scoprire nei quadri di Caravaggio la «diagonale del cubo» e a fargli inseguire i triangoli di Antonello e gli «specchi lacuali» di forma e colore di Piero lungo tutta la penisola fino a Ferrara e Venezia. Sotto questo aspetto, la Breve storia [della pittura italiana] è un ago indicatore, l’indice di questa fusione tra principi metodologici idealisti e lettura dell’arte moderna. A volte, questa doppia sensibilità trascina la didattica longhiana verso intuizioni che si direbbero «creative», come nell’ekfrasis dello stile di Piero: «[…] intarsio variegato di zone placide e potenti che vivono della vita pullulante atomica sostanziata della memoria pittorica. Negli accordi di colore offre le più forti e delicate contrapposizioni di valore – in cui si manifesta il vero colorismo – dove un rosa pallido e un violaceo autunnale si accostano a qualche poderoso tono compositivo di rosso e marrone o di bruno», come si vede, un quadro di Morandi; ma, nel 1914, questi Morandi non esistevano ancora. Longhi ha visto con le parole là dove sarebbe andato il pennello.

Cesare Garboli, Breve vita del giovane Longhi (Scritti servili, minimum fax, 2023)

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