Faccio
alcuni esempi degli ultimi giorni. Mio cugino, che lavora a Roma, ha un
incidente con la moto, va al Pronto Soccorso e gli fanno fare quasi
otto ore di sala d’aspetto: non era ovviamente un codice rosso, ma otto
ore è una giornata di lavoro, non c’è nulla di “pronto” in questo.
Un’amica di mia madre ha la figlia che si sente male, la mette in
macchina, la porta su consiglio medico nell’ospedale di Monopoli
(sull’Adriatico), dove però scopre che non c’è posto, e da lì comincia
un girotondo fra vari ospedali dei dintorni, per trovare il primo
ospedale “libero” a Taranto (sullo Ionio). Indico i mari perché ci trovo
qualcosa di simbolico in questo attraversare la regione da costa a
costa alla ricerca di un ospedale. Una mia amica, con cui parlavo
l’altra sera, mi raccontava l’identica trafila burocratica e snervante
che ho vissuto anch’io, come tanti altri, per ottenere quei servizi a
cui suo padre con l’Alzheimer avrebbe semplicemente diritto. E un’altra
amica, ieri, mi raccontava di suo padre, morto sotto i ferri per degli
errori medici. Tutto questo nel Centro-Sud, dove uno può dire è un
problema nostro di terroni. Ma sempre ieri leggevo un post dell’AISLA
dove si diceva che la giunta della Regione Lombardia – dove invece sono
all’avanguardia – sotto le feste di Natale ha votato all’unanimità per
il taglio dei fondi per i Caregiver, che sono quelle persone che stanno
h.24 coi malati affetti da grave o gravissima patologia, fino anche ad
annullare se stesse. Come al solito, per arrivare all’eccellenza, si
taglia sul pubblico per favorire il privato e chi se lo può permettere.
Non ho mai creduto a quella stronzata che ne usciremo migliori, ma
pensavo che data la batosta avuta col Covid, avremmo riorganizzato tutto
il settore della Salute pubblica che è ai piedi di Cristo. Pensando a
un domani! Invece nulla, mi pare che vada sempre peggio e peggio, con
una popolazione che invecchia e non fa più figli e al domani non ci
pensa proprio. Io, che di figli non ne ho e al dunque sarò solo come un
cane, mi guardo intorno e penso che mi stanno scavando la fossa.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
mercoledì 3 gennaio 2024
esempi
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