In classe chiedo ai bambini quale animale si sentono e perché. Sono tutti, indistintamente, ghepardi, leopardi, pantere, puma, lupi, animali velocissimi e selvaggi, pronti a sgranocchiarsi la vita fino all’osso, i più paciocconi si sentono insieme ghepardi e koala, velocissimi sì ma sempre pronti all’abbraccio. Una si sente un cervo libero (libero e maestoso, puntualizza, ma che non morde nessuno), un altro si sente un orso ballerino e una bambina più spiritosa si vede come una sardina in scatola, perché è salata. Più miti e realistici (perché vivono in campagna e parlano di ciò che sanno) ci sono un bambino capra e una bambina coniglio. Sono tutti animali coi piedi per terra. L’unica, in tutta la classe, che si mette le ali è la più timida, la più pallida, la più minuta, la più imbranata, quella che le cadono sempre le matite per terra e non parla mai, e quando parla ha la voce così sommessa che non arriva nemmeno alla compagna di banco, e mi dice: Io mi sento un pettirosso, perché sono pronta a dare il mio messaggio, ma quando ci provo mi fa male il cuore.
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