Così l’ha definito un mio amico, ed è vero. Nelle ultime ore si è diffusa una notizia relativa a un fatto successo nel paese qui vicino. Una giovane ragazza per fare una storia sui social si è fatta fotografare tutta sorridente mentre spingeva un gatto in una fontana, e visto che siamo in inverno e il gatto era vecchio è morto congelato. Non voglio dare definizioni del gesto, per nulla divertente, e nemmeno voglio immaginare che l’intenzione fosse ucciderlo, penso piuttosto che non si rendesse proprio conto che le sue azioni potessero avere delle conseguenze, fatto sta che ora la ragazza che si è fatta fotografare in flagranza di reato rischia un bel po’ di problemi. E questo anche perché la donna che si prendeva cura del gatto, viste le foto pubblicate sui social, ha denunciato pubblicamente la ragazza facendo anche lei un post su Facebook in cui ne indicava nome e cognome. Cosa che, per quanto tu possa avere ragione ad essere arrabbiata, non puoi fare, la legge non lo permette per ovvi motivi. Infatti, la donna ha subito corretto il tiro, cancellando il nome e sostituendolo con le sole inziali, ma quando ha letto il suo post originale qualcuno ha pensato bene di cercare sui social la giovane ragazza nominata per farle sapere cosa pensava di lei. Sbagliando persona. Un’omonima che vive nello stesso paese della giovane ragazza ha scritto di aver ricevuto delle minacce di morte per il solo fatto di chiamarsi come quella che ha ucciso il gatto. E qui ci sarebbe davvero da chiedersi quale linea separa una persona che per divertimento si accanisce contro una creatura più debole di lei, da una che per un moto di rabbia si sente autorizzata a minacciare di morte una persona che nemmeno conosce per il solo fatto che ha letto il suo nome in un post.
Nessun commento:
Posta un commento