A riprova che la vita culturale nei paesi è sempre stata la stessa, pubblico questa foto scattata da Nuccio Chialà a metà degli anni ’80, in cui Nuccio immortala Chet Baker durante un concerto a Locorotondo. Stamattina Nuccio mi ha raccontato la storia di questa foto. «Oggi ci sono almeno 40 persone pronte a giurare che erano presenti a quel concerto, ma in teatro eravamo 8 o 9. In realtà prima del concerto c’erano circa 30 persone ad aspettarlo, ma lui fece un tale ritardo che alla fine rimasero in pochissimi. Il merito di quel concerto fu dei socialisti… i comunisti erano quelli nudi e puri, i socialisti erano più pratici, così i socialisti, per dargli una mano, avevano “adottato” questo musicista tossico e gli avevano organizzato una dozzina di date in Puglia che i vari comuni poteva acquistare gratuitamente. Il sindaco di allora, Michele Gianfrate, afferrò l’occasione al volo per prenotarsi una data. Il problema fu che la locandina riportava come orario di inizio le 19.00, che dal punto di vista del sindaco era una scelta giustissima, perché in un paese di provincia com’era Locorotondo negli anni ‘80, le sette di sera in inverno erano già notte! Chet Baker, invece, si presentò sul palco alle 21.30, quando nessuno lo aspettava più. Arrivò barcollando, accompagnato da una donna sui tacchi che non si reggeva in piedi. Fece una battuta sul fatto che era la prima volta che gli capitava di suonare alle sette di sera – anche se erano già le nove e mezza – poi suonò cinque pezzi, durante i quali ho scattato un paio di foto compresa questa dove si vede il “buco” sul polso, salutò e andò via».
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