Ogni
giorno che entro in una classe mi incanto di fronte alla bellezza dei
bambini e mi dispiace di non essere adeguato al mio ruolo. Di sicuro
preferisco sedermi con loro e osservarli dai banchi che stargli di
fronte a insegnare, ma questo non sempre va bene e sempre più ho
rispetto per chi sceglie di fare l’educatore con tutte le difficoltà di
ogni giorno. Infatti, si può essere brave persone e pessimi maestri e io
spero di essere una brava persona, ma di sicuro non sono bravo
come maestro. L’esperienza di questi mesi me lo ha insegnato. C’è di
buono che sto toccando con mano un mondo che, non avendo figli, mi stavo
dimenticando. Si fa presto a dire, come ho fatto, apriamo una collana
di libri per bambini, ma poi devi anche sapere a chi li proponi questi
libri, e con quale linguaggio, e con che approccio. Per arrivare dove.
Ad esempio, mi resterà sempre nel cuore una discussione che ho avuto in
una quarta elementare l’altro giorno, a partire da una fiaba di
Giambattista Basile nella quale un bastone magico si animava per
picchiare sul groppone chiunque gli capitasse a tiro e senza fare
discriminazioni: io pensavo che si sarebbero divertiti, mentre i bambini
si sono scandalizzati per la gravità di fare violenza a una persona
senza motivo, non c’era nulla da ridere in questa storia, la trovavano
una cosa orribile, nemmeno da pensarci! E c’era da chiedersi,
guardandoli, quand’è che un bambino smette di credere che la violenza
sia una cosa orribile, nemmeno da pensarci, e diventa adulto.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
sabato 13 gennaio 2024
il bastone
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