Incredibile questa cosa che ti assenti tre giorni e poi ce ne vogliono quattro per rimetterti in riga con gli impegni. Lo sapevo già, ma me l’ero quasi scordato. Lo scorso weekend è stata la prima volta che mi sono allontanato da casa da maggio 2022, sono quasi due anni (a cui andrebbero aggiunti i due anni prima del Covid). Nel 2022 ero al salone, poi al ritorno il medico mi aveva chiamato per dirmi che mio padre aveva un problema e bisognava prepararsi al peggio. Come reazione ho provato a sobbarcarmi quanto più peso potevo sulle spalle e sono andato avanti come una bestia da soma finché non sono caduto per terra e sono stato costretto a mettere da parte alcune cose, il lavoro, la mia salute, mentre continuavo a ridere con la bocca come uno scemo, per non dire che avevo solo voglia di piangere. Il weekend di ieri aveva la scusa del lavoro ma è stata la mia prima vacanza da due anni a questa parte. Mentre salivo in treno verso Milano mi sono ritrovato in cuccetta con due uomini che russavano fortissimo, in coro, come bestie nella stalla, e una donna sotto di me che sbuffava e continuava a lamentarsi “non ce la faccio più, non ce la faccio più” come la Magda di Verdone, e a me veniva da ridere, ma dalla pancia, mi guardavo come dall’esterno, calato in quello sketch da commedia popolare e mi sentivo felice. Dio come mi mancavano queste cose.
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