Stamattina ho letto un post scritto da una famosa scrittrice italiana (Policastro) contro un famoso scrittore (Arminio) il quale è molto amato dal pubblico, ma non particolarmente apprezzato da una parte del mondo letterario per come ha abbassato il livello e le ambizioni della propria ricerca stilistica per avvicinare un pubblico più ampio. Fra gli altri, sotto il post della Policastro, c’era un commento (Bortoli) che mi ha particolarmente colpito perché diceva più o meno così: “io non ce l’ho con Arminio perché è famoso, ma perché aveva talento, ha fatto molte belle cose, poteva farne ancora, ma si è venduto”. Sulla prima parte sono anche d’accordo, ma è su quel “venduto” che mi si è accesa una lampadina che non riesco a spegnere. Mi sono chiesto: Ci si vende a chi? Ma al nemico, al diavolo, alla parte avversa! E io continuo ad arrovellarmi su chi sia il nemico. È il successo? È il pubblico? È il mercato? (Ma il mercato non fa che assecondare i gusti del pubblico). È un pubblico più ampio, quindi è la massa? Sono quelli che pagano, i consumatori? Ma quindi i consumatori non sono pubblico? E quindi chi compra i dischi dei Beatles, che muovono milioni di copie, non sono pubblico? Chi è il nemico? È dove sta rispetto a me? Mi sta di fronte o di fianco? E da che parte sto io rispetto a un Arminio, ma anche rispetto a una altrettanto paradigmatica Policastro? Perché non avendo lo stesso loro pubblico che nobilita il mio curriculum, non sono sicuro che lei possa considerarmi un suo pari almeno quanto non sono sicuro che lo possa fare lui. Il talento non mente, diceva Benjamin, ma un talento senza pubblico non fa nessuna differenza sul piatto della bilancia. E quindi rispetto al pubblico, da che parte sto io? L’ho mai guardato in faccia? E se capitasse, lo riconoscerei? Gli ho mai chiesto cosa vuole da me, se qualcosa vuole? E mio dovere qual è? Vendermi ad esso, oppure tradirlo? E se lo incontro, cosa gli dirò? Continuo a chiedermelo, un po’ come mi chiedevo chi sono i barbari di Kavafis, in attesa di incontrarne uno.
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