E per chiudere l’anno in bellezza uno dei miei pezzi preferiti che però, dato il contenuto, tiro fuori dalla manica solo nelle grandi occasioni, e questa mi sembra una grande occasione. Fra pochi giorni ne compio 33, comincia il mio periodo messianico in cui me ne andrò in giro per le piazze a diffondere il verbo, e cioè che l’amore è la risposta. Perlomeno l’amore degli altri. A Pasqua poi mi crocifiggeranno sul cupolone della chiesa del Luogo Rotondo e più che a Gesù mi vedo simile a Villaggio nel secondo tragico Fantozzi. Per intanto godiamoci la canzone. L’ha scritta Frank Sinatra nei primi anni ’50, ispirato dalla sua tormentata relazione con Ava Gardner, e devo dire che solo per questa, se anche non avesse fatto nient’altro, meriterebbe di entrare negli annali della musica mondiale. È un brano bellissimo e triste e sincero fino alla follia, appunto. Nessuno vorrebbe mai viverle delle storie così eppure, senza, un artista poi di cosa scriverebbe? Come potrebbe mai esprimere al massimo il proprio sentimento? Inappagato, Sinatra ci fece un intero album di canzoni così, che molti considerano il suo capolavoro e intitolato In the wee small hours, da ascoltare solo se si ha il cuore tormentato dalla notte. Conosco bene la sensazione, perché l'ho vissuta a lungo. E infatti anche il mio libro è pronto. Ora devo solo trovare un editore. Il nuovo anno comincerà per me all’insegna di una ricerca, non proprio spirituale ma va bene così.
Ava Gardner disse di quella storia: “È stato l’amore della mia vita. A letto eravamo grandi. Era sulla via del bidet che di solito cominciavano i problemi.” I'm a fool to want you dice in fondo le stesse cose in maniera un po’ più romantica. Questa qui sotto è una versione del 1957. Mentre ve ne linko qui un'altra altrettanto bella, più bluesy, di Billie Holiday. Meglio l’anno non poteva finire. Se poi vi chiedete se ci sono secondi fini o messaggi subliminali nelle mie scelte musicali (come in effetti mi è stato fatto notare) beh io vado a istinto. Magari sarebbe più utile rivolgersi al dottor Freud, no?
Ava Gardner disse di quella storia: “È stato l’amore della mia vita. A letto eravamo grandi. Era sulla via del bidet che di solito cominciavano i problemi.” I'm a fool to want you dice in fondo le stesse cose in maniera un po’ più romantica. Questa qui sotto è una versione del 1957. Mentre ve ne linko qui un'altra altrettanto bella, più bluesy, di Billie Holiday. Meglio l’anno non poteva finire. Se poi vi chiedete se ci sono secondi fini o messaggi subliminali nelle mie scelte musicali (come in effetti mi è stato fatto notare) beh io vado a istinto. Magari sarebbe più utile rivolgersi al dottor Freud, no?
SONO UN PAZZO A VOLERTI
Sono un pazzo a volerti
Sono un pazzo a volerti
A volere un amore che non può essere vero
Un amore che è lì anche per altri
Sono un pazzo a tenerti
Così pazzo a tenerti
Per chiedere un bacio che non è solo mio
Per condividere un bacio che il diavolo ha conosciuto
Tante e tante volte ho detto di lasciarti
Tante e tante volte sono andato via
Ma poi arriva il momento che ho bisogno di te
E una volta ancora devo ripetere queste parole
Sono un pazzo a volerti
Abbi pietà, ho bisogno di te
So che è sbagliato, deve essere sbagliato
Ma giusto o sbagliato non posso andare avanti
Senza te