giovedì 14 dicembre 2023

mani

Un paio di anni fa Valerio Magrelli mi scrisse per dirmi che dei libri miei che aveva letto il suo preferito era uno intitolato Rivelazione, una raccolta di prosette famigliari tutte incentrate sulla vita nel mio paese. Di tutti i testi del libro il suo preferito era questo qui sotto, Brace. Oggi mi sono ricordato che era anche il preferito di don Franco, il vecchio parroco, uno di quei parroci che sta nella chiesa per stare dalla parte degli ultimi. Me lo ripeteva ogni volta che mi incontrava e ogni volta che lo diceva, senza nemmeno accorgersene, portava in avanti le mani verso lo stesso vaso.

BRACE. Sono due badanti e ogni sera, all’angolo fra la bottega del fruttivendolo e la vecchia pescheria, si incontrano per fumare insieme l’ultima sigaretta della giornata e scambiarsi poche parole di conforto nella loro lingua madre. Hanno meno di trent’anni e stanno lì in tuta e pantofole, riparate dal vento, ridono piano, e quei suoni indecifrabili sono pronunciati a fil di labbra, con tatto e cautela estremi, quasi fossero preziosi vasi di terracotta pieni di brace, che si passano a turno per riscaldarsi.

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