sabato 9 dicembre 2023

la pace al tempo dei social

 Parlando ancora di violenza delle intenzioni, ho appena letto il post di un noto scrittore pacifista che chiedendo “pietà per il popolo ucraino”, i cui soldati racconta si danno prigionieri ai russi per non morire di stenti e i russi, paradossalmente, gli aiutano come possono, magari dividendo con loro il rancio, che ne so, in una visione che a me ricorda un po’ certi film neorealisti dove tutti alla fine si scoprono umani e vittime della guerra, i fascisti e gli antifascisti, i soldati tedeschi e gli italiani in montagna, tutti uguali di fronte al potere che impesta il mondo e li costringe a scelte di campo in cui alla fine non crede nessuno perché alla fine sono tutti impegnati a sopravvivere; ecco, sotto questo post a suo modo così accorato, i commenti di chi segue questo scrittore pacifista dicono più o meno: “gli ucraini se lo meritavano”, “se la sono cercata”, “sono tutti nazisti” (ma proprio tutti, l’intera popolazione ucraini composta da 43 milioni di persone) e per questo, sottinteso, “si meritano di venire annientati dai russi” e anche, se occorre, trucidati. E questo è scritto sotto il post di un noto pacifista che intanto prega per Gaza. Pensa tu, adesso, mi sono detto, se fosse stato un guerrafondaio, finiva che invece di armare gli ucraini, come spesso si rimprovera, la bomba atomica gliela lanciavano direttamente noi addosso, per toglierceli dalle scatole una volta per sempre.

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