sabato 16 dicembre 2023

l'arte della sopravvivenza

Apro a caso questo libro strano, Artisti della sopravvivenza (Einaudi, 2022) di Hans Magnus Enzensberger, che è una serie di caustici ritrattini di 60 scrittori del 900, molti dei quali assurti a miti con o loro malgrado, a cui Enzensberger spezza le gambe senza pietà. Prima ancora che scrittori, dice lui, sono stati uomini e donne, e in quanto uomini e donne soggetti alle leggi della sopravvivenza, e a volte della vanità, spesso e volentieri sono venuti a compromessi col potere, lo stesso potere a cui poi nei loro libri si opponevano. Apro a caso e trovo due ritrattini uno accanto all'altro, quello di Curzio Malaparte e quello di Bertolt Brecht. E mi fa sorridere leggere cosa ne scrive: che tanto ha imparato da Brecht di cui rispetta immensamente il talento, il genio poetico, la lungimiranza politica, per quanto fosse un uomo infame, uno sfruttatore sul lavoro, uno a cui il comunismo aveva messo i paraocchi verso lo stalinismo, e per di più uno che puzzava; quanto ritiene Malaparte uno scrittore sopravvalutato e politicamente senza capo né coda, un bugiardo senza vergogna e senza paura, un voltagabbana da romanzo d'appendice, eppure proprio per questo suo non appartenere ad altri che a se stesso, si vede (e si vede bene) che a Enzensberger Malaparte, il fascistissimo Malaparte, stava simpatico, assai più simpatico del maestro Brecht. Dove non arriva il genio artistico, arriva sempre l'arte della sopravvivenza.

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